17.10.07

Corpo senza organi

Ho sempre diffidato dei blog. Li ho spesso evitati, trovavo (e trovo ancora) nella lora infinita autoreferenzialità qualcosa di incredibilmente narcisistico, a volte un malcelato masochismo nel descriversi agli altri nel peggiore dei modi, o l'esatto contrario. In ogni caso una sorta di fuga dal corpo e dalla realtà, cercare di smaterializzarsi o purificarsi in un nuovo mondo. In quello reale non ci sono più spazi, non c'è più un fuori, non ci sono più frontiere da conquistare, tanto vale provare una seconda vita. "Second life" ne è appunto il simulacro, il simbolo di questa fuga forzata nella rete, naturalmente perdente e illusoria. Ma devo dire che molte volte mi sono dovuto ricredere, ci sono degli spazi che riescono realmente a tenere un contatto con la realtà, anzi a diventare una sorta di prolungamento del proprio corpo. La retorica del cyborg in questo caso ha un senso. Non certo nel creare avatar immaginari in una seconda vita; ma nel variegato mondo dei blog ci sono ottimi esempi di riconquista del reale ed a volte anche una spinta al cambiamento. Per intenderci, niente a che vedere con la propaganda dei media verso l'utilizzo dei blog da parte di politici e politicanti, di grilli e simili. Anzi, l'esatto contrario: c'è chi è riuscito a trasformare uno spazio totalmente vuoto in un mezzo di discussione, descrizione, critica della realtà, dei rapporti di produzione, del rapporto tra città ed individuo, tra reale e virtuale. "Coltivo dove tutti han detto che non cresce un cazzo" dicevano gli Otr. Mi piace immaginarli così i bloggers: agricoltori post-moderni che del post-moderno hanno incarnato tutte le contraddizioni, la capacità di pensarsi e vivere in un mondo in totale cambiamento e cercare di darne una descrizione, ma allo stesso tempo il nichilismo e la sofferenza verso ciò che non comprendiamo, verso uno sfruttamento ed un controllo capillare che oggi fa parte delle dinamiche della società. Da qui la tentazione di scadere in un individualismo esasperato, autoreferenziale, fuggire dal corpo verso il nulla o rifiutare qualsiasi possibilità di una "grande" narrazione.
Le intenzioni di questo blog naturalmente sono altre, ma non sempre, soprattutto nella rete, le intenzioni combaciano con i risultati.
Per questo Go canny è un blog in prova, a tempo determinato, più precario che mai. Tre mesi di tempo per capire come funzionano questi luoghi, attraversarli ed in caso abbandonarli, oppure renderli piacevoli compagni di viaggio.

(pic by insecondlife.wordpress.com )

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non ho capito un cazzo ma mi sono inidgnato quando hai detto...e grilli simili...perchè in contraddizione aperta con quanto dicevi un attimo prima

femore ha detto...

siiii, neanche un giorno di apertura e già un indignato, così mi piace!